COLONIZZATORI DI NOI STESSI

Invece di mettere in discussione il sistema “civilizzato”, marcio e fallimentare in cui ci siamo tristemente adattati a sopravvivere, miliardari annoiati cercano amabilmente per noi altri luoghi in cui delocalizzare lo sfruttamento, l’alienazione, la schiavitù, l’aggressione ai territori, la depredazione furiosa e compulsiva di risorse, al fine di produrre oggetti che non ci servono e il cui bisogno indotto ci terrà per sempre legati all’idea di lavoro e di obblighi.
Plausi e giubilo, non sia mai che a qualcuno venga il dubbio che tutto questo sia non solo folle ma sintomatico di quanto incredibilmente la specie animale umana abbia smarrito sé stessa e il contatto con il suo pianeta, con i suoi equilibri naturali e con le sue caratteristiche di esseri egualitari, empatici e in armonia con il proprio ambiente.
In definitiva, stiamo distruggendo l’unico luogo in cui possiamo esistere, il suo satellite e un giorno probabilmente l’intera galassia. Stiamo colonizzando noi stessi.
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<<La Luna, secondo Bezos, è il luogo più semplice per fondare la nostra prima colonia extraterrestre: è decisamente più vicina di Marte (ci vogliono solo due giorni per raggiungerla) e contiene sufficienti quantità d’acqua da sfruttare sia per l’insediamento, sia per la produzione di combustibile. Ma che cosa ci andiamo a fare sulla Luna? L’idea di Bezos è di spostare – nel corso dei decenni – tutta l’industria pesante sul satellite, in modo da rendere la Terra un luogo a uso esclusivamente residenziale o sfruttato al massimo per l’industria leggera.>>
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“[…] la tecnologia è a sua volta un termine abbreviato utile a designare il potere propriamente umano e antinaturale del lavoro morto immagazzinato nelle nostre macchine, un potere alienato […] che si rivolta su di noi e contro di noi in forme irriconoscibili e sembra costituire il massiccio orizzonte distopico della nostra prassi collettiva e individuale.”
Fredric Jameson

Articolo: Jeff Bezos vuole colonizzare la luna

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