Un’icona popolare per una visione distorta e antropocentrista

Questa famosissima immagine realizzata nel 1965 per un volume scientifico per ragazzi è l’icona popolare della nostra storia evolutiva, è conosciuta infatti con il nome “La strada verso homo sapiens” o “la strada verso il progresso”. È chiara la filosofia intrinseca di questa immagine: partendo dallo scimpanzé, da forme più primitive e imperfette, ci siamo evoluti fino alla perfezione dell’essere umano che è qualcosa di “altro”, ma questa è una visione completamente errata.

Per cominciare, “evoluzione” non è una linea retta che va da una specie ad un’altra, ma è più una specie di cespuglio di linee che vanno avanti, indietro, si incrociano, si interrompono. Evoluzione significa adattamento, non miglioramento, quindi essa dipende dall’ambiente, dalla casualità, da tantissimi fattori. Non è un upgrade perché si è saliti di livello come in un videogame, le nuove specie che nascono non sono migliori di quelle precedenti, non esiste un migliore o un peggiore in questo senso.

Oltre a questo noi siamo scimmie sì, ma non siamo l’evoluzione di uno scimpanzé né di alcuna scimmia di oggi, noi abbiamo avuto un antenato in comune che era diverso sia da noi che dalle altre scimmie.

Altra cosa che sembra evidente da questa immagine è come noi avremmo “conquistato” la posizione eretta rispetto alle altre scimmie inferiori che sono rimaste lì a “gattonare” con le nocche delle mani. E’ sbagliato anche questo: oggi sappiamo che un antenato comune ad umani e scimpanzé era già un cosiddetto bipede facoltativo. Quindi camminare con le nocche delle mani come fanno alcune altre scimmie non è un tratto ancestrale da cui noi ci siamo evoluti, ma più probabilmente siamo noi a non esserci evoluti più di tanto mantenendo una postura e andatura simile a un “vecchio modello” di primate venuto prima di noi, mentre le altre scimmie come scimpanzé e gorilla si sono evolute imparando a camminare con le nocche delle mani.

Pensate quanto è diversa la realtà rispetto a quanto ci dice questa icona che è usata appunto non per dare informazioni oggettive sulla nostra origine, ma a sostenere una visione distorta e antropocentrista: quella dell’essere umano che si separa dalla natura e dalle bestie attraverso un percorso di miglioramento genetico.


Presentazione Manifesto

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Presentazione di Critica radicale alla Civiltà

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