La ricerca ha bisogno dello sfruttamento

La ricerca ha bisogno dello sfruttamento di risorse globali per creare lo sviluppo industriale di alcuni paesi col fine di generare benessere per una piccola minoranza dell’umanità che si può permettere i frutti di quella ricerca.

La propaganda di questo sistema mente quando parla di benefici globali! Anzi: negli ultimi 200 anni di sviluppo tecnologico-industriale la ricchezza s’è accentrata a tal punto che l’80% della popolazione più povera possiede meno del 6% della ricchezza del pianeta.

In altre parole lo sviluppo della tecnologia non ha portato ad una redistribuzione più equa del benessere, tutt’altro! Lo sviluppo industriale ha dato un forte giro di vite nel serrare quelle catene che schiavizzano l’uomo rendendolo succube di quella mentalità che accetta come “unica possibile” questa realtà di vita.

Siamo talmente assuefatti dallo stato delle cose che, seppur schiavi, difendiamo come fossero una conquista d’indipendenza quelle catene!

È così si giustificano le scelte politiche impopolari, i diktat delle lobbies che influenzano le nostre esistenze e, non ultima, quella ricerca scientifica di cui nessuno, o solo pochi, potranno beneficiare.

Si giustificano la stratificazione un classi, la diseguaglianza tra ricchi e indigenti, le “missioni di pace” per colonizzare e sfruttare le risorse di altri popoli, seguendo i dettami della propaganda d’illusioni che decanta come “conquista dell’umanità” una missione spaziale.

Se solo capissimo che ogni speranza nel futuro, che non contempli un’integrazione armoniosa dell’essere umano con i cicli naturali della Terra, è una speranza mal posta!

Se solo capissimo l’inutilità di cercare nuove terre in cui vivere se nel nostro bagaglio civile vi è la morte è lo sfruttamento selvaggio come strumenti principale!

Se solo riuscissimo a capire che l’unica ricerca che valga la pena di affrontare è quella della propria umanità e non della tecnologia che ci dissocia dalla natura e ci rende sterili e alieni a questa terra!

Ma capire presuppone la libertà del pensiero, mentre a degli schiavi addice maggiormente l’accettazione della condizione di vita…

 

 

Fonte: Iperfocale


 

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