I nostri antenati non morivano tutti a trent’anni

“Probabilmente avrete visto la vignetta in cui due cavernicoli sono seduti fuori dalla loro caverna con le clave in mano, nella quale uno dice all’altro: <<Qualcosa non torna, l’aria è pulita, l’acqua è pura, facciamo molta attività fisica, tutto quello che mangiamo è biologico e a km zero ma nessuno vive oltre i 30 anni.>>

Questa vignetta rappresenta un luogo comune molto condiviso sulla vita dei nostri antenati, ma è basata su un mito. Le persone non morivano tutte a 30 anni.
[…] Studi su gruppi tradizionali esistenti che vivono lontano dalle medicine e dai mercati moderni, come gli Hadza della Tanzania o gli Xilixana Yanomami del Brasile, hanno dimostrato che l’età più probabile alla morte è molto più alta di quanto si pensi: circa 70 anni.
[…] Quindi sembra che gli umani si siano evoluti con una durata caratteristica della vita media. I tassi di mortalità nelle popolazioni tradizionali sono elevati durante l’infanzia, poi diminuiscono drasticamente per rimanere costanti fino a circa 40 anni, quindi la mortalità sale al picco a circa 70. La maggior parte degli individui rimane sana e vigorosa fino ai 60 anni e oltre, fino a quando si manifesta la senescenza che è il declino fisico in cui se una causa non riesce a uccidere, un’altra inferirà presto il colpo mortale.”

Fonte: Think everyone died young in ancient societies? Think again

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