DEVIANCE PROJECT: UN ANNO DOPO

È passato un anno da quando il Deviance Project è stato presentato.

Sarebbe bello elencare le tante belle cose successe, ringraziare tutti e augurarci di continuare così perché stiamo ottenendo tutti i risultati che volevamo ottenere, ma mentiremmo. Non vogliamo addolcire la pillola né lasciarci andare a discorsi d’effetto per sembrare comunque vincenti. Non è nel nostro stile e non lo sarà mai.

La verità è che è dura. Molto dura.
Paradossalmente è molto difficile divulgare un messaggio così pacifico e basilare come quello contenuto nel nostro manifesto. Molto più facile è divulgare messaggi limitati, di critica isolata, basati sull’invettiva spiccia, sul clamore, che parlino alla pancia delle persone. Il web ne è pieno.
Abbiamo preferito il silenzio quando un contenuto non ci convinceva o quando non siamo stati certi della sua validità/veridicità, a differenza del costume di spammare per fare fragore e poi forse dopo correggere il tiro. Anche se questo ovviamente ci penalizza in un mondo fatto di visibilità basata su algoritmi spietati e condivisioni alla cieca, noi sappiamo che questo è il modo corretto di fare le cose.

La ricettività della critica radicale da parte del mondo dell’attivismo, così come dai personaggi “antisistema” più in vista, è quotidianamente più che deludente. In molti sono quelli che criticano un pezzo del sistema rimanendo attaccati a tutto il resto, ottenendo come risultato l’ennesima lotta sterile drammaticamente inghiottita nel mare di conformismo in cui tutti siamo costretti ad annaspare.

Se questo è quello che offre il “fronte antisistema” non sorprende che sia altrettanto tragica la degenerazione politica, economica, sociale e ambientale delle persone comuni in tutto il mondo. Discriminazioni, abusi, dominio… sono in costante aumento e le scuse per non riconoscerli come tali sono sempre più tragicomiche. Non sorprende che grazie al caos creato ad arte dai mass media sia sempre più auspicato un ritorno all’autoritarismo più becero, mentre i più “progressisti” auspicano un autoritarismo buono che faccia un po’ di ordine, nonostante questo si stia rivelando ovviamente spietato e sordo quanto quello becero.

Ma le brutte notizie finiscono qui. Per quanto disperata la situazione possa sembrare, questo è quello con cui abbiamo scelto di avere a che fare, nel modo in cui abbiamo scelto di farlo, consapevoli dei rischi, delle delusioni, della fatica e di quello che possa sembrare ai più un combattere i mulini a vento.
La realtà dietro a questa patina grigiastra è che siamo consapevoli, anche dei nostri limiti; abbiamo creato diversi contenuti di cui siamo soddisfatti, il gruppo si è allargato sia in quantità che in qualità e vari meccanismi si sono oliati e la prua di questa nave è puntata ben salda in avanti, non importa contro quali onde, quali tempeste, e nemmeno importa verso quali terre: non ci sono dei precisi obiettivi da raggiungere, perché se facciamo quello che facciamo è perché in questo momento è quello che troviamo giusto, a prescindere da qualsiasi convenienza.

Continueremo così incuranti di tutto, impiegando il poco tempo e le poche energie che abbiamo a disposizione in quanto, come la maggior parte delle persone, ci possiamo dedicare a quello che ci interessa veramente solo quando i problemi della vita quotidiana ci permettono di respirare, a quel punto si sacrifica anche il riposo.

Continueremo convinti di quello che stiamo facendo, nel modo in cui lo stiamo facendo. Il risultato di questa scelta è già nelle mani di tutti così come ogni singola decisione che prendiamo lungo la strada. Ogni scelta è un bivio, ecco perché è tutto così dannatamente importante. Molto più di quanto possiate immaginare.

Non ci resta che salutarvi con due cose: una è l’immagine allegata, ovvero lo screen di una mail arrivataci proprio ieri. L’altra è il link al video con il quale siamo partiti: https://youtu.be/TxvENspevpI

Ci vediamo lungo il cammino.

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